NUMERO 3 IL BITTER
FUTUR-MAGICO DI LUCA CRINÒ
«UN
BITTER E TRE, IL NUMERO DELLA PERFEZIONE. A QUESTA ASPIRA UNA COMBINAZIONE CHE
DIRESTI INCONSUETA, FRA UNA RADICE CHE ESCE DAL BUIO DELLA TERRA E FRUTTI DI
ALBERI E ARBUSTI, CHE IL SOLE RICEVONO DIRETTO. SAPORE EMERGENTE DA MESCOLANZE
NUOVE, TRATTE DA INGREDIENTI ANTICHI, UN COLORE CHE VIENE DALLA NATURA. E
RICONOSCERAI LA SUA TINTA, SOLA O NEL MISCELARSI, E OVUNQUE IL SUO FRAGRANTE
PROFUMO: L’EFFETTO D’UNA RICERCA CONTINUA, CHE PORTA CON SÉ LA STORIA DEI PASTICCERI,
ALCHIMISTI DELLA CUCINA».
Luca Crinò
Tre, anzi 3, è un numero magico.
Secondo la tradizione celtica, il numero Tre incarna la
perfezione; in Cina esprime la fusione di Terra, Uomo e Cielo; per i cristiani
Dio è uno e trino, Padre, Figlio e Spirito Santo. Mentre secondo la cultura
ebraica la lettera numero tre dell’alfabeto indica il dinamismo e l’evoluzione.
3 in realtà è il nome del nuovo Bitter artigianale, dalla
formula esclusiva, ideato da Luca Crinò della Pasticceria Massimo 1970, filosofo della nuova cultura del bere
italiano, barman e bartender sperimentale, ma anzitutto sapiente alchimista del
bere miscelato.
Capace di stupire con il Vermouth
NUMERO 7, Crinò ha osato mettersi in gioco e ha proposto il suo personale
Bitter, perché, come diceva Umberto Boccioni, nell’arte bisogna saper osare e
lo stesso vale per quanto concerne la dimensione della miscelazione dei liquori
e delle bevande.
Chi osa vince, ma l’arditezza di Crinò e il segreto del suo
successo reale nella preparazione del Vermouth
NUMERO 7 e adesso del suo Bitter
NUMERO 3, non nasce da una serie di tentativi azzardati, di fusioni
fortunate o di accostamenti radicali e casuali, semmai si basa sulla
consapevolezza e sulla maestria nella manipolazione delle essenze e degli aromi
che, a loro volta, si vanno a coniugare con l’estro e la fantasia, e si
appalesano in un Bitter assolutamente unico, innovativo, fragrante, profumato e
soprattutto naturale.
Frutto di una evoluzione del gusto e del sapore, Bitter NUMERO 3 esprime al meglio
l’emozione che Luca Crinò riesce a trasmettere ai suoi cocktail, capaci di far «percepire
ogni vibrazione, ogni emozione della vita» e di far «viaggiare con i pensieri,
quelli emozionali, per guardare lʼinfinito e non fermarsi allʼorizzonte», come ammette lui stesso.
Interrogato sulla preparazione del suo speciale Bitter NUMERO 3, Crinò non svela l’insieme
delle materie prime e delle mescolanze che lo costituiscono (e io stesso non
svelerò nulla di quello che ho percepito nell’assaggiarlo, e mi limiterò a
rivelare soltanto una straordinaria nota di marasca e di agrumi). Da perfetto alchimista
moderno, Crinò insiste sul fatto che il segreto di Bitter NUMERO 3 consiste in una miscela di aromi e di essenze in
grado di fare in modo che la fantasia prenda il potere, anzi esploda in una
serie di mirabolanti creazioni che incarnano delle vere opere d’arte miscelate.
Lo sguardo di Crinò, illuminato come un arazzo di Depero, la
sua ferma volontà di portarsi avanti e oltre la tradizione classica del bere
miscelato, che ricorda i gesti provocatori ma risolutivi del rivoluzionario Filippo
Tommaso Marinetti, e la sua lucida capacità operativa di barman,
inequivocabilmente futurista,
rivelano al pubblico la natura di mago, di creatore e di ricercatore di sapori
nuovi però sapientemente basati su di una cultura antica: una definizione che
esprime il vero carattere di Luca Crinò e che è fondata su tre termini precipui,
proprio come vuole 3, il suo Bitter
artigianale.
Guido Andrea Pautasso
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