EPOPEA DELLA CUCINA FUTURISTA

La cucina futurista, regolata come il motore di un idrovolante per alte velocità,
sembrerà ad alcuni tremebondi passatisti pazzesca e pericolosa:
essa invece vuol finalmente creare un'armonia tra il palato degli uomini e
la loro vita di oggi e di domani.
Filippo Tommaso Marinetti

«Mangia con arte per agire con arte»
, sosteneva Filippo Tommaso Marinetti, il primo a rivoluzionare secondo i principii della cucina futurista la gastronomia in Italia e nel mondo. Per scoprire la storia e i segreti della cucina degli artisti futuristi, leggete il volume di Guido Andrea Pautasso, Epopea della cucina futurista, pubblicato (in 300 copie numerate) dalle Edizioni Galleria Daniela Rallo di Cremona.

www.guidoandreapautasso.com
http://vampirofuturista.blogspot.it/

Traduzione in lingua russa di Irina Yaroslavtseva

Переводчик: Ярославцева Ирина



venerdì 1 dicembre 2017

La Sorpresa della Cucina Futurista Surprise of Futurist Kitchen Cucina Futurista a Mosca



In occasione della II Settimana della Cucina Italiana nel mondo
Conferenza di Guido Andrea Pautasso
organizzata da Istituto di Cultura Italiana di Mosca
GARAGE MUSEUM - Mosca 27 novembre 2017

The surprise of the FUTURIST KITCHEN


In December of 1930 a voice from the radio shook the conscience of the Italians. It was Philip Tommaso Marinetti, inventor of the Futurist movement, who marked three astonishing words for our nation: «Lower the puddle!» - «Aboliamo la pastasciutta!».
Futurism, which since its founding in 1909 had had a utopian reconstruction of the universe as a project, had dared to enter into what was considered to be the most intimate and sacred place of the people of our country: the Kitchen.
Since 1913, Marinetti, together with a French cook, Jules Maincave, had launched the Manifesto of Futuristic Kitchen, dreaming of revolutionizing Italian gastronomy in the name of unconventional experimentation of food. The Futurist Kitchen was to be «a new, rewarding, optimistic, exciting, inexpensive power», a «human» kitchen that clashed with the old and traditional «kitchen-museum» of the past.
Marinetti’s cooking revolution, ahead of time, proposed «the noble and noble purpose for everyone to radically modify the power by fortifying it, dynamizing it, and spiritualizing it with brand-new foods where experience, intelligence and fantasy», replaced «quantitatively, banal, repetitive and costly». The goal was to forget the Italians «the puffed man», «cubic, massive, embossed» that was not a symbol but an «alogic synthesis of many sensations: fear of the future, cold and solitude of the night, vision of life 20 years later, etc.». Artisans of the Futurist Kitchen were chefs and artists who, following the myth of modernity at table, invoked the advent of chemistry, synthetic and artificial foods, and the diffusion through the radio of «nutritious waves». With Marinetti the dishes became palettes of colors, the dishes were marked with geometric decorations, the forks were abolished to favor «tastings and delightful prelabial pleasures», the atmosphere of the dining rooms was full of perfumes and of Cologne Water splash armed with vaporizers, while a disruptive music characterized by unusual instruments such as Luigi Russolo’s intonation or the rumbling engine bursting on an airplane pervaded the environment. Futurist restaurants, such as the Taverna Santopalato, had to reflect in all and all the innovative character of the movement, and were characterized by the presence of amazing decorations on the walls and designed with new materials such as aluminum, local a metallic science fiction atmosphere. To those who sat down to the futuristic lunches and aerobatics, all this gave the exact perception of experiencing a tremendous event, participating in an ante-litteram that allowed him to abandon the mere role of diner to become the «vital element of a unique and surprising moment, never lived before». Thus, Marinetti and futurists, years before the advent of Nouvelle Cuisine, of the experiments of deconstructive and molecular kitchen, of so-called food designers, turned the kitchen into a real laboratory of active and emotional participation in the fusion creative art with life.
 
Olga Strada, Direttrice dell'Istituto di Cultura Italiana a Mosca e Guido Andrea Pautasso

Alcuni momenti della Conferenza al GARAGE MUSEUM di Mosca

LA SORPRESA DELLA CUCINA FUTURISTA

Nel dicembre del 1930 una voce proveniente dalla radio scosse le coscienze degli italiani. Era Filippo Tommaso Marinetti, l’inventore del movimento futurista, che scandì tre parole sconvolgenti per la nostra nazione: «Abbasso la pastasciutta!»
Il Futurismo che sin dalla sua fondazione nel 1909 aveva avuto come progetto una utopica Ricostruzione dell’universo, attraverso il grido del suo fondatore aveva osato entrare in quello che era considerato il luogo più intimo e sacro dei cittadini del nostro paese: la Cucina.
Sin dal 1913, Marinetti assieme ad un cuoco francese, Jules Maincave, aveva lanciato il Manifesto della cucina futurista, sognando di rivoluzionare la gastronomia italiana in nome di una sperimentazione non convenzionale delle vivande. La Cucina futurista doveva infatti essere «una alimentazione nuova, rallegrante, ottimista, eccitatrice dell’ingegno, poco costosa»: una cucina «umana» che si scontrasse contro la vecchia e tradizionale «cucina-museo» del passato.
La «rivoluzione cucinaria» di Marinetti, in anticipo sui tempi, proponeva «lo scopo alto, nobile ed utile a tutti di modificare radicalmente l'alimentazione fortificandola, dinamizzandola e spiritualizzandola con nuovissime vivande in cui l'esperienza, l'intelligenza e la fantasia» sostituissero «economicamente la quantità, la banalità, la ripetizione e il costo». L’obiettivo era far dimenticare agli italiani «l’uomo panciuto», «cubico, massiccio, impiombato» che non era un simbolo bensì una «sintesi alogica di molte sensazioni: paura della realtà futura, freddo e solitudine della notte, visione della vita 20 anni dopo, ecc.». Artefici della Cucina futurista erano cuochi ed artisti che inseguendo il mito della modernità a tavola invocavano l’avvento della chimica, delle vivande sintetiche e artificiali, e della diffusione per mezzo della radio di «onde nutrienti». Con Marinetti i piatti diventavano tavolozze di colori, le stoviglie erano segnate da decorazioni geometrizzanti, le forchette erano abolite per favorire «degustazioni e piaceri tattili prelabiali», l’atmosfera delle sale da pranzo era intrisa di profumi e di ‘Acqua di Colonia’ spruzzata da camerieri armati di vaporizzatori, mentre una musica dirompente caratterizzata da strumenti inusuali come gli intonarumori di Luigi Russolo o il rombante motore a scoppio di un aeroplano pervadeva l’ambiente. I ristoranti futuristi, come la ‘Taverna Santopalato’, dovevano riflettere in tutto e per tutto il carattere innovativo del movimento, e per questo erano caratterizzati dalla presenza di decorazioni stupefacenti alle pareti e progettati con materiali nuovissimi, come l’alluminio, che conferiva ai locali una atmosfera metallizzata da fantascienza. A chi si ritrovava a sedere ai pranzi e agli aerobanchetti futuristi, tutto ciò conferiva l’esatta percezione di vivere un evento strabiliante, di partecipare ad un happening (ante-litteram) che gli permetteva di abbandonare il semplice ruolo di commensale per diventare l’elemento vitale di un momento unico e sorprendente, mai vissuto prima. Così Marinetti e i futuristi, anni prima dell’avvento della Nouvelle Cuisine, delle sperimentazioni della cucina ‘decostruzionista’ e ‘molecolare’, dei cosiddetti food-designer, trasformarono la Cucina in un vero e proprio ‘laboratorio’ di partecipazione attiva ed emotiva alla fusione creativa dell’Arte con la vita.


Guido Andrea Pautasso




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