EPOPEA DELLA CUCINA FUTURISTA

La cucina futurista, regolata come il motore di un idrovolante per alte velocità,
sembrerà ad alcuni tremebondi passatisti pazzesca e pericolosa:
essa invece vuol finalmente creare un'armonia tra il palato degli uomini e
la loro vita di oggi e di domani.
Filippo Tommaso Marinetti

«Mangia con arte per agire con arte»
, sosteneva Filippo Tommaso Marinetti, il primo a rivoluzionare secondo i principii della cucina futurista la gastronomia in Italia e nel mondo. Per scoprire la storia e i segreti della cucina degli artisti futuristi, leggete il volume di Guido Andrea Pautasso, Epopea della cucina futurista, pubblicato (in 300 copie numerate) dalle Edizioni Galleria Daniela Rallo di Cremona.

www.guidoandreapautasso.com
http://vampirofuturista.blogspot.it/

Traduzione in lingua russa di Irina Yaroslavtseva

Переводчик: Ярославцева Ирина



venerdì 8 agosto 2014

Futurismo a Stazzema - Alta Versilia: il Circolo stazzemese e il Monte Procinto Futurista di Cucina Futurista GUIDO ANDREA PAUTASSO



Futurismo a Stazzema in Alta Versilia. Il Cenacolo stazzemese e il Monte Procinto Futurista




Dopo aver riportato alla luce alcuni importanti documenti riguardo le esperienze dei futuristi in Versilia, grazie al Dott. Maurizio Bertellotti, ad Alfredo Barberi ed Ezio Marcucci, curatori della mostra IL CENACOLO STAZZEMESE (Stazzema-Casa del Berlingaio 12 luglio-17 agosto 2014), il blog dedicato alla Cucina futurista propone ai suoi lettori la scoperta di un’altra piccola scheggia di futurismo stavolta presente in Alta Versilia e, per l’appunto, a Stazzema, l’antico paese che ne fu il capoluogo. Qui, in quello che un tempo era un capitanato dei Medici, si costituì a partire dall’inizio dell’Ottocento una colonia di artisti che si riunì attorno a Filadelfo, Renzo e Nera Simi: artisti di ogni provenienza che scelsero come loro base operativa un albergo di Stazzema, chiamato ‘Procinto’ dai suoi proprietari (la famiglia Baldi-Pardini) in omaggio alla montagna che li sovrastava. A frequentare Stazzema e il suo albergo erano artisti di ogni specie e scuola. Ritrattisti, scultori, vedutisti, paesaggisti -dai nomi oggi importanti, come David Abrham Bueno (detto il ‘Pittorino’),Ugo Bertellotti, Piero Annigoni, Mario Parri e Leone Tommasi, ma anche scrittori, come Manlio Cancogni e l’immancabile ‘vagero’ Lorenzo Viani- si incontravano con i Simi in quello che oggi è stato chiamato Il Cenacolo Stazzemese. Non una scuola, quella del Cenacolo, neppure una categorizzazione uniforme e facile di tendenze pittoriche o artistiche omogenee -lo dimostrano i quadri esposti in mostra-, bensì l’incontro di un gruppo di artisti che a Stazzema trovarono l’ispirazione o si fecero soltanto rapire per un istante dalla folgorante bellezza delle Apuane. 
L’albergo ‘Procinto’, sin dall’inizio dell’Ottocento, godeva della fama di campo base per gli alpinisti e gli escursionisti che si accingevano ad arrampicare o a risalire le vette delle Apuane, lasciandosi alle spalle il mare della riviera della Versilia. Ezio Bertellotti di quei giorni ormai lontani, scrisse con echi che sanno di futurismo: «Siamo in piena villeggiatura e giungiamo al Ponte di Stazzema con la polverosa tramvia che tanti benefici ha apportato e apporta agli abitanti dell’intero Comune. Qui il forestiero maggiormente vi dovrebbe affluire, perché ci sono tutti i benefici necessari alla vita moderna. Prendiamo i nomi dei villeggianti, e più tardi, con l’aiuto del  Sign. Milani, attacchiamo la salita del Martinetto e passiamo fugaci sotto le cave magnifiche e interessanti del Piastraio ove il lavoro ferve  per l’attività dei proprietari signori Tonini e fratelli Pocai e svelti attraversiamo il paese delle Molina mentre la macchina rombante sale la strada di Stazzema. Bello spettacolo il piazzale del Saldone, il piazzale dei tigli che porta il nome di un nostro grande figlio, Filadelfo Simi capo della scuola di pittura dell’800». 
A Stazzema, l’albergo ‘Procinto’ divenne un avamposto culturale soprattutto negli anni Trenta. Sul quotidiano ‘La Nazione’ frequenti erano le caricature dei personaggi più in vista e alla moda che svernavano in Versilia e a Forte dei Marmi. Nel 1933 i villeggianti stazzemesi ebbero l’onore di essere immortalati in una storica vignetta e furono lo scultore di Valencia Juan Salvator, Manlio Cancogni di Roma, la pittrice danese Cau, il prof. Renzo Simi di Firenze, il sign. Landucci, la sig.na Monza Erminia di Pinzago attendente della Sig.ra Corinna Bruni, definita scherzosamente la «proprietaria del Monte Procinto» in quanto vedova dell’ing. Aldo Bruni, fondatore del CAI di Milano nel 1874 e pioniere dell’escursionismo apuano (a Bruni si deve l’apertura della Via Aristide Bruni, la prima via ferrata realizzata in Italia, e la prima ascensione documentata del Procinto nel 1879). Dei giorni in cui gli artisti si confondevano con gli alpinisti e i forestieri, e spesso assieme -come scrive Ezio Marcucci- si calavano nelle colorite tradizioni locali, l’albergo ‘Procinto’ ha lasciato un quaderno di memorie: un libro di ricordi che raccoglie la traccia del passaggio degli ospiti e soprattutto di quella degli artisti che dettero vita al Cenacolo stazzemese. Tra quegli appunti, tra le le dediche appena abbozzate, i ritratti a china, i versi scherzosi e le prose amare dedicate alla tragedia della prima guerra mondiale, il dott. Maurizio Bertellotti ha individuato e ci ha segnalato la presenza di un piccolo disegno, un bozzetto che ritrae il Monte Procinto in veste cubo-futurista e che noi orgogliosamente riproduciamo perché testimonia come anche sulla cima e sulle vette delle Apuane era giunto lo spirito rivoluzionario e all’avanguardia di Marinetti e del Futurismo.

Guido Andrea Pautasso


IL CENACOLO STAZZEMESE
Stazzema-Casa del Berlingaio 12 luglio-17 agosto 2014
Mostra e catalogo a cura di Alfredo Barberi – Ezio Marcucci – Maurizio Bertellotti