Futurismo a Stazzema in Alta Versilia. Il Cenacolo stazzemese
e il Monte Procinto Futurista
Dopo aver riportato alla luce
alcuni importanti documenti riguardo le esperienze dei futuristi in Versilia,
grazie al Dott. Maurizio Bertellotti, ad Alfredo Barberi ed Ezio Marcucci,
curatori della mostra IL CENACOLO STAZZEMESE (Stazzema-Casa del Berlingaio 12
luglio-17 agosto 2014), il blog dedicato alla Cucina futurista propone ai suoi
lettori la scoperta di un’altra piccola scheggia di futurismo stavolta presente
in Alta Versilia e, per l’appunto, a Stazzema, l’antico paese che ne fu il
capoluogo. Qui, in quello che un tempo era un capitanato dei Medici, si costituì
a partire dall’inizio dell’Ottocento una colonia di artisti che si riunì
attorno a Filadelfo, Renzo e Nera Simi: artisti di ogni provenienza che
scelsero come loro base operativa un albergo di Stazzema, chiamato ‘Procinto’
dai suoi proprietari (la famiglia Baldi-Pardini) in omaggio alla montagna che li
sovrastava. A frequentare Stazzema e il suo albergo erano artisti di ogni
specie e scuola. Ritrattisti, scultori, vedutisti, paesaggisti -dai nomi oggi
importanti, come David Abrham Bueno (detto il ‘Pittorino’),Ugo Bertellotti,
Piero Annigoni, Mario Parri e Leone Tommasi, ma anche scrittori, come Manlio
Cancogni e l’immancabile ‘vagero’ Lorenzo Viani- si incontravano con i Simi in
quello che oggi è stato chiamato Il Cenacolo Stazzemese. Non una scuola, quella
del Cenacolo, neppure una categorizzazione uniforme e facile di tendenze pittoriche
o artistiche omogenee -lo dimostrano i quadri esposti in mostra-, bensì l’incontro
di un gruppo di artisti che a Stazzema trovarono l’ispirazione o si fecero soltanto
rapire per un istante dalla folgorante bellezza delle Apuane.
L’albergo ‘Procinto’,
sin dall’inizio dell’Ottocento, godeva della fama di campo base per gli
alpinisti e gli escursionisti che si accingevano ad arrampicare o a risalire le
vette delle Apuane, lasciandosi alle spalle il mare della riviera della
Versilia. Ezio Bertellotti di quei giorni ormai lontani, scrisse con echi che
sanno di futurismo: «Siamo in piena villeggiatura e giungiamo al Ponte di
Stazzema con la polverosa tramvia che tanti benefici ha apportato e apporta
agli abitanti dell’intero Comune. Qui il forestiero maggiormente vi dovrebbe
affluire, perché ci sono tutti i benefici necessari alla vita moderna.
Prendiamo i nomi dei villeggianti, e più tardi, con l’aiuto del Sign. Milani, attacchiamo la salita del
Martinetto e passiamo fugaci sotto le cave magnifiche e interessanti del
Piastraio ove il lavoro ferve per l’attività
dei proprietari signori Tonini e fratelli Pocai e svelti attraversiamo il paese
delle Molina mentre la macchina rombante sale la strada di Stazzema. Bello
spettacolo il piazzale del Saldone, il piazzale dei tigli che porta il nome di
un nostro grande figlio, Filadelfo Simi capo della scuola di pittura dell’800».
A Stazzema, l’albergo ‘Procinto’ divenne un avamposto culturale soprattutto negli anni
Trenta. Sul quotidiano ‘La Nazione’ frequenti erano le caricature dei
personaggi più in vista e alla moda che svernavano in Versilia e a Forte dei
Marmi. Nel 1933 i villeggianti stazzemesi ebbero l’onore di essere immortalati
in una storica vignetta e furono lo scultore di Valencia Juan Salvator, Manlio
Cancogni di Roma, la pittrice danese Cau, il prof. Renzo Simi di Firenze, il
sign. Landucci, la sig.na Monza Erminia di Pinzago attendente della Sig.ra
Corinna Bruni, definita scherzosamente la «proprietaria del Monte Procinto» in
quanto vedova dell’ing. Aldo Bruni, fondatore del CAI di Milano nel 1874 e
pioniere dell’escursionismo apuano (a Bruni si deve l’apertura della Via
Aristide Bruni, la prima via ferrata realizzata in Italia, e la prima
ascensione documentata del Procinto nel 1879). Dei giorni in cui gli artisti si
confondevano con gli alpinisti e i forestieri, e spesso assieme -come scrive
Ezio Marcucci- si calavano nelle colorite tradizioni locali, l’albergo ‘Procinto’
ha lasciato un quaderno di memorie: un libro di ricordi che raccoglie la
traccia del passaggio degli ospiti e soprattutto di quella degli artisti che
dettero vita al Cenacolo stazzemese. Tra quegli appunti, tra le le dediche
appena abbozzate, i ritratti a china, i versi scherzosi e le prose amare
dedicate alla tragedia della prima guerra mondiale, il dott. Maurizio
Bertellotti ha individuato e ci ha segnalato la presenza di un piccolo disegno,
un bozzetto che ritrae il Monte Procinto in veste cubo-futurista e che
noi orgogliosamente riproduciamo perché testimonia come anche sulla cima e sulle vette delle Apuane era
giunto lo spirito rivoluzionario e all’avanguardia di Marinetti e del Futurismo.
Guido Andrea Pautasso
IL CENACOLO STAZZEMESE
Stazzema-Casa del Berlingaio 12
luglio-17 agosto 2014
Mostra e catalogo a cura di
Alfredo Barberi – Ezio Marcucci – Maurizio Bertellotti
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