I DOCUMENTI DI PIERO MANZONI
ESPOSTI A LOS ANGELES
ESPOSTI A LOS ANGELES
La biografia attraverso la collezione di
documenti di Guido e Gabriella Pautasso
Curata da Guido Andrea Pautasso e Irene Stucchi
In occasione della mostra Piero Manzoni. Materials of His Time a cura di Rosalia Pasqualino di Marineo presso Hauser & Wirth a Los Angeles
(14 febbraio - 7 aprile 2019), in collaborazione con la Fondazione Piero Manzoni, viene esposta la collezione di documenti dell'artista di Guido e Gabriella Pautasso presso il Book & Printed Matter Lab della galleria.
La collezione Guido e Gabriella Pautasso: uno sguardo su Piero Manzoni attraverso i documenti di Irene Stucchi
“Raccogliere
documenti” non è solo impulso da collezionista, acquisizione messa in atto per
mero gusto contemplativo e di possesso. Significa soprattutto comprendere,
avvicinarsi a un mondo, a un’epoca, a una visione. Accostarsi alla Storia con
il dovuto rispetto per la valenza intrinseca che essa ha, facendo uno sforzo di
reperimento che è possibile perseguire solo quando esiste la profonda
convinzione che le testimonianze del passato rappresentino preziosi reperti da
trasmettere ai contemporanei.
La
collezione di Guido e Gabriella Pautasso, tra le più complete sull’artista,
racconta Piero Manzoni attraverso gli inviti, i cataloghi e i poster delle
esposizioni, i dattiloscritti relativi ai manifesti, le riviste, le fotografie
che lo ritraggono, permettendo di far toccare con mano la sua biografia, atto
essenziale per ritrarre la sua essenza in modo squisitamente concreto.
La classica
lettura di informazioni e fatti ordinati cronologicamente, si arricchisce,
diventa viva, rendendo ancora più immortali anche le opere dell’artista stesso.
E la sua poetica diviene maggiormente comprensibile, quando si coglie la
complessità del suo vissuto.
Attraverso
la grafica, i formati, i caratteri, i colori utilizzati nei vari materiali
presenti, chi osserva si immerge nel mondo in cui si muove Piero e entra in
contatto con ciò con cui si è relazionato, in uno scambio che ha arricchito e
contribuito a formare sia il suo linguaggio espressivo, sia viceversa il
linguaggio di un’epoca.
Piero
Manzoni, è noto, ha avuto una vita tragicamente breve, ma estremamente intensa;
non solo un luogo comune spesso utilizzato in casi analoghi, piuttosto una
semplice realtà, resa evidente dalla sua densa biografia, da cui si evince
un’incessante produzione artistica correlata a una variegata attività
espositiva. Le esperienze vissute in poco più di un lustro, tra la metà degli
anni Cinquanta e i primi anni Sessanta, proiettano Piero ai massimi livelli
dell’arte contemporanea: un’evoluzione creativa straordinaria che passa
attraverso viaggi, incontri, amicizie e sodalizi.
I documenti
esposti, più di 50, permettono così di immergersi nell’intenso susseguirsi di
eventi di quegli anni, fornendo uno spaccato delle variegate attività in cui si
cimentava Manzoni, oltre alla creazione artistica in senso stretto.
Un dattiloscritto in particolare spicca tra gli altri: la biografia realizzata dallo stesso artista Piero Manzoni è nato nel 1933... Ritrovare questo testo ha costituito quasi un’epifania per Guido e Gabriella Pautasso e lo stesso si può dire entrando in contatto con questo documento da osservatori: addentrandosi nel testo si ha una sorta di meta-visione: Manzoni che descrive il Manzoni artista, ma riesce a raccontarci il Manzoni uomo. Con un elenco delle opere fino ad allora realizzate, ci rivela quello che forse sente di essere: “semplicemente” un artista, che quindi si racconta attraverso “il fare”. L’eccezionalità di una carriera fulminea e straordinaria, costellata da esperienze, spostamenti continui, riflessioni prolifiche, acute, avanguardiste e precorritrici dei tempi, si riassume nella semplicità del fare creativo di un uomo vivace, colto, permeabile agli stimoli di una Milano in piena crescita economica, ma anche a quelli dell’Europa, degli USA e dell’Asia. E così ci si rende anche conto di quanto sia difficoltoso incasellare secondo stereotipi le grandi personalità, coloro che per loro stessa essenza riescono a dare tanto in breve tempo. I grandi sanno prendersi anche poco sul serio con ironia e irriverenza e sanno focalizzarsi soprattutto su quello che hanno concretamente creato: il loro Curriculum. Solo loro sanno che «c’è solo da essere, c’è solo da vivere»... ma non lo direbbero mai in tono solenne, semmai lo dimostrerebbero sollevando un bicchiere di Barbera (o birra danese), brindando all’Arte con un sorriso sornione.
Impressioni sulla mia collezione
Un dattiloscritto in particolare spicca tra gli altri: la biografia realizzata dallo stesso artista Piero Manzoni è nato nel 1933... Ritrovare questo testo ha costituito quasi un’epifania per Guido e Gabriella Pautasso e lo stesso si può dire entrando in contatto con questo documento da osservatori: addentrandosi nel testo si ha una sorta di meta-visione: Manzoni che descrive il Manzoni artista, ma riesce a raccontarci il Manzoni uomo. Con un elenco delle opere fino ad allora realizzate, ci rivela quello che forse sente di essere: “semplicemente” un artista, che quindi si racconta attraverso “il fare”. L’eccezionalità di una carriera fulminea e straordinaria, costellata da esperienze, spostamenti continui, riflessioni prolifiche, acute, avanguardiste e precorritrici dei tempi, si riassume nella semplicità del fare creativo di un uomo vivace, colto, permeabile agli stimoli di una Milano in piena crescita economica, ma anche a quelli dell’Europa, degli USA e dell’Asia. E così ci si rende anche conto di quanto sia difficoltoso incasellare secondo stereotipi le grandi personalità, coloro che per loro stessa essenza riescono a dare tanto in breve tempo. I grandi sanno prendersi anche poco sul serio con ironia e irriverenza e sanno focalizzarsi soprattutto su quello che hanno concretamente creato: il loro Curriculum. Solo loro sanno che «c’è solo da essere, c’è solo da vivere»... ma non lo direbbero mai in tono solenne, semmai lo dimostrerebbero sollevando un bicchiere di Barbera (o birra danese), brindando all’Arte con un sorriso sornione.
Impressioni sulla mia collezione
di Guido Andrea Pautasso
Durante
l’inverno del 1984, frugando tra gli scaffali della biblioteca di mio padre, il
critico letterario Sergio Pautasso, incappai nel catalogo della mostra
dell’artista Piero Manzoni intitolata 12
Linee. Il volume, pubblicato dalla Galleria Azimut nel 1959, fu donato da
Manzoni stesso a mio padre: allora, assieme a amici artisti e scrittori, a
Milano, frequentavano la trattoria da Pino alla Parete, il Bar Giamaica e le
gallerie che affollavano il piccolo quartiere di Brera. Quel ritrovamento mi
mise sulle tracce di Manzoni e scatenò l’inseguimento dei suoi manifesti
teorici, delle locandine, dei cataloghi e degli inviti ai vernissage delle sue
mostre, ma anche degli articoli pubblicati sulle riviste del tempo e delle rare
immagini che lo ritraevano in fotografia accanto alle sue opere. Dopo aver
trovato fortunosamente alcuni frammenti di giornali dove Piero, ancora studente
liceale, aveva scritto di economia politica, la ricerca raggiunse l’apice con
il ritrovamento dei dattiloscritti dei suoi primi manifesti teorici nei quali
invocava la necessità di una sperimentazione artistica radicale e invitava a
riflettere senza alcun pregiudizio sulla nuova natura dell’agire artistico.
Quando
riuscii a trovare il dattiloscritto Piero
Manzoni è nato nel 1933, nel quale l’artista aveva tracciato la sua
biografia in un testo rivisto e corretto più volte (probabilmente il suo ultimo
scritto, databile 1963, anno della sua tragica scomparsa), compresi quanto la mia
collezione, al di là della ricostruzione filologica e cronologica che offriva,
attraverso i documenti poteva davvero trasmettere il coraggio di Manzoni, in
arte sperimentatore indomito, discusso e indigesto creatore di opere destinate
a segnare la storia dell’arte del Ventesimo secolo. La mia collezione funge
dunque da memoria storica dell’opera e della ricerca di Piero Manzoni e,
guardando in modo straordinario al domani, in forma diversa, riesce a garantire
alla potenzialità geniale e spregiudicata delle sue creazioni un ulteriore
straordinario riconoscimento perché, come disse Jacques Derrida, «l’archivio è
sempre stato un pegno, e come ogni pegno, un pegno d’avvenire».
Guido Andrea Pautasso desidera ringraziare Hauser & Wirth e un ringraziamento speciale va alla Fondazione Piero Manzoni, in particolare alla Direttrice Rosalia Pasqualino di Marineo e alla storica dell'arte Irene Stucchi per le ricerche bio-bibliografiche.
Guido Andrea Pautasso desidera ringraziare Hauser & Wirth e un ringraziamento speciale va alla Fondazione Piero Manzoni, in particolare alla Direttrice Rosalia Pasqualino di Marineo e alla storica dell'arte Irene Stucchi per le ricerche bio-bibliografiche.
PIERO MANZONI'S DOCUMENTS
EXHBITED IN LOS ANGELES
Piero Manzoni.
A Biography Through the
Guido and Gabriella
Pautasso Collection of Documents
Curated by
Guido Andrea Pautasso and Irene Stucchi
On the occasion of the exhibition Piero Manzoni. Materials of His Time curater by Rosalia Pasqualino di Marineo at Hauser & Wirth in Los Angeles (February 14th-April 7th 2019), the
collection of the artist's documents owned by Guido and Gabriella
Pautasso, in collaboration with Piero Manzoni Foundation, is on display at Book & Printed Matter Lab of the gallery.
by Irene Stucchi
The
“accumulation of documents” is not just the impulse of a collector: acquisition
for the sake of mere contemplation and possession. It is above all a question of
comprehension, of approaching a world, an era, a vision. Connecting with
history with due respect for its intrinsic worth, making an effort to source
materials, that is only possible when one is profoundly convinced that the
testimony of the past is an invaluable resource to be transmitted to one’s
contemporaries.
The Guido
and Gabriella Pautasso Collection, one of the most exhaustive regarding the
artist, presents Piero Manzoni through exhibition invitations, catalogues and
posters, typescripts relating to his manifestos, and magazines and photographs
portraying him, allowing us a direct experience of his biography that is
essential if we are to recreate his concrete essence. The classic reading of
chronologically ordered information and facts is enriched and enlivened,
contributing to the immortality of the artist’s works. His poetic becomes all
the more comprehensible when one is introduced to the complexity of his
life.
Through the
layouts, the formats, the fonts and the colours used in the various materials
presented, observers are immersed in the world in which Piero moved, and come
into contact with that to which he related in an exchange that enriched and
contributed to the formation of his expressive language, and equally, the
language of an era.
Piero Manzoni, Milan, 1960 © Archivio Giancolombo, Milan |
The more than 50 documents exhibited here permit us to immerse ourselves in the intensive sequence of events of those years, providing a cross section of the various activities in which Manzoni was involved, along with artistic creation in a strict sense.
One
typescript in particular stands out: the biography produced by the artist
himself, Piero Manzoni è nato nel 1933
(Piero Manzoni was born in 1933).
Finding this text was something of an epiphany for Guido and Gabriella Pautasso
and the same can be said when we come into contact with the document as
observers: as we enter into the text we gain a form of meta-vision. Manzoni
describing Manzoni the artist, but succeeding in recounting Manzoni the man.
With a list of the works produced to that point, he shows us what he perhaps
felt himself to be: “simply” an artist, one who therefore describes himself
through his “work.” The exceptional nature of an extraordinary, meteoric
career, punctuated by experiences, continual travel, and prolific, acute,
avant-garde, and precocious reflections can be summarized in the simplicity of
the creative output of a vivacious, cultured man, open to the stimuli of a
Milan in booming economic growth, but also to those of Europe, the United
States, and Asia. This also shows how difficult it is to pigeonhole great
figures, those who by their very nature manage to produce a great deal in a
short span of time. Rather than taking themselves too seriously, the greats are
also capable of looking at themselves with irony and irreverence, focussing
above all on what they have actually created: their Curriculum. Only they know
that «there is only to be, to live»... not that they would ever say as much in a
solemn tone, they would more likely lift a glass of Barbera (or Danish beer)
and toast art with a sly smile.
In the
winter of 1984, while rummaging through the shelves in the library of my father,
literary critic Sergio Pautasso, I stumbled uponthe catalogue of artist Piero
Manzoni’s exhibition, 12 Linee (12 Lines). The volume, published by
Azimut gallery in 1959, was donated by Manzoni himself to my father. At the
time, together with fellow artists and writers in Milan, they used to frequent
the trattoria da Pino alla Parete, Bar Giamaica, and the galleries that
populated the small neighborhood of Brera. That discovery put me on Manzoni’s
track and triggered the pursuit not only of his theoretical manifestos,
playbills, catalogues, and invitations to vernissages of his exhibitions, but
also the articles published in magazines at the time, and the rare photographs
portraying him next to his works. I fortuitously found some newspaper fragments
where Piero, still a high school student at the time, had written about
political economy. After that, the research reached its peak with the finding
of his first typewritten theoretical manifestos in which he invocated the
necessity of a radical artistic experimentation and called to reflect, without
any prejudice, on the new nature of the artistic act.
Impressions on My
Collection
By Guido Andrea Pautasso
from left to right: Rosalia Pasqualino di Marineo (Director of the Piero Manzoni Foundation), Marc
Payot (Partner and Vice President of Hauser & Wirth) and Guido Andrea Pautasso
|
When I was
able to find the typescript, Piero
Manzoni è nato nel 1933 (Piero
Manzoni was born in 1933), in which the artist had laid out his
autobiography in a text which was revised and corrected multiple times
(probably his last piece of writing, dating to 1963, the year of his tragic
death), I realized how much my collection, beyond its philological and
chronological reconstruction, could really impart Manzoni’s courage.
Manzoni was
a fearless experimenter in art, a controversial and resilient creator of works
destined to mark the history of art of the twentieth century. My collection
thus serves as a historical memory of the work and research of Piero Manzoni
and, looking toward the future in a remarkable way, a different way, is able to
guarantee further extraordinary recognition of the brilliant and ingenious
potential ofhis creations because, as Jacques Derrida said, «The archive was
always a pledge, and as every pledge, a pledge to the future».
Guido Andrea Pautasso would like to thank Hauser &
Wirth and a special thank to the Piero Manzoni Foundation, especially
to the Director Rosalia Pasqualino di Marineo and to the art historian
Irene Stucchi for the bio-bibliographical searches.
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