EPOPEA DELLA CUCINA FUTURISTA

La cucina futurista, regolata come il motore di un idrovolante per alte velocità,
sembrerà ad alcuni tremebondi passatisti pazzesca e pericolosa:
essa invece vuol finalmente creare un'armonia tra il palato degli uomini e
la loro vita di oggi e di domani.
Filippo Tommaso Marinetti

«Mangia con arte per agire con arte»
, sosteneva Filippo Tommaso Marinetti, il primo a rivoluzionare secondo i principii della cucina futurista la gastronomia in Italia e nel mondo. Per scoprire la storia e i segreti della cucina degli artisti futuristi, leggete il volume di Guido Andrea Pautasso, Epopea della cucina futurista, pubblicato (in 300 copie numerate) dalle Edizioni Galleria Daniela Rallo di Cremona.

www.guidoandreapautasso.com
http://vampirofuturista.blogspot.it/

Traduzione in lingua russa di Irina Yaroslavtseva

Переводчик: Ярославцева Ирина



lunedì 7 febbraio 2011

Epopea della Cucina Futurista di Guido Andrea Pautasso: le prime dieci righe...


Le prime dieci righe del primo capitolo del volume Epopea della Cucina Futurista di Guido Andrea Pautasso stampato in trecento copiea numerate dalle Edizioni Galleria Daniela Rallo di Cremona

I primi passi della rivoluzione futurista in cucina

Nel “Manifeste de la cuisine futuriste” (1913), Jules Maincave, cuoco, amico di Guillaume Apollinaire e «artista del palato» -così lo definì il fondatore del Futurismo, Filippo Tommaso Marinetti- esortò gli chef alla sperimentazione gastronomica rivendicando la necessità di «una cucina adeguata alla vita moderna e alle ultime concezioni della scienza». Fu proprio lo chef Maincave, ucciso dal fuoco tedesco sulle Argonne, a tentare di creare le prime vivande futuriste e a divertirsi nel realizzare con creatività e fantasia piatti bizzarri come le «rane riempite di una pasta di granchiolini rosa»; le «uova affogate nel sangue di bue da servirsi su un purée di patate allo sciroppo di lampone»; i «filetti di sogliola alla crema Chantilly, spolverati di lische pestate» o il «filetto di bue alla “Fantasio”», realizzato in omaggio alla rivista parigina che aveva pubblicato il suo coraggioso manifesto.

Nessun commento:

Posta un commento